Lo scopo primo dell’associazione Laguna nel bicchiere è il recupero dei vigneti situati nel Centro storico e nell’Estuario di Venezia.

Pertanto, nel corso degli anni si è occupata di vigne in più parti del territorio della città insulare, senza esser mai divenuta proprietaria di alcuna. Molti sono stati i vigneti utilizzati in collaborazione con i proprietari che poi hanno deciso di riprenderne la piena disponibilità: così è stato per quelli degli Scalzi, della vigna presso la trattoria “Corte sconta”, per la pergola della Tana e per la vigna a Malamocco. Con l’uva di quest’ultima vigna sono stati prodotti il Merlocco (merlot di Malamocco) e il Luviana liberata (trebbiano), mentre con l’uva degli Scalzi il vino Arcangeli scalzi.

Attualmente, l’Associazione coltiva i vigneti dell’ex convento dei Camaldolesi nell’isola di S. Michele, quelli presso la chiesa di S.Elena e la Casa di riposo dell’IPAV (ex IRE) alla Giudecca, nonché una vigna alle Vignole. Inoltre produce il vino Bacò delle Streghe con l’uva raccolta nella vite della pizzeria “Alla strega” in Barbaria delle Tole.

Un ringraziamento particolare va a coloro che in questi anni, con sapienza tecnica, hanno fatto sì che la qualità dei nostri vini sia notevolmente migliorata. Ricordiamo in particolare l’Azienda Vinicola Dalle Ore di Trissino (VI), Luigi Antonioli “Miracol”, Gianantonio Posocco, Alfio Lovisa e Arte della Vigna di Pavia di Udine.

Mappa delle vigne:

Mappa delle vigne

San Michele

Le vigne di San Michele in isola presso il cimitero cittadino crescono nell’orto dei novizi a ridosso del convento camaldolese gestito negli ultimi due secoli dai frati francescani.

La convenzione con Veritas e con il Comune di Venezia ci consente di conservare in funzione la vigna e l’antica cantina che i francescani avevano, con padre Andrea, mantenuta attiva fino al 2008. I vitigni disposti a pergole lungo i percorsi dell’orto sono di uva malvasia, dorona e prosecco, il nome del vino salso è In vino Veritas, San Michele in purezza: un vin da messa.

La cantina del convento, progettato dal Codussi, è dotata di quattro locali ampi ed è fornita di antiche botti e tini; è l’ultima testimonianza rimasta della tradizione di fare vino in laguna.

San Michele

Vignole

L’isola è a pochi minuti da Murano e il toponimo testimonia che vi era diffusa la coltivazione della vite.

Alle Vignole siamo arrivati per sostenere giovani agricoltori giunti qui per coltivare la terra. Esplorando l’isola abbiamo scoperto le ultime vigne e in particolare quelle di Luigi Di Prinzio e Stefano Corazza che aveva acquisito i terreni coltivati da Bepi Catarin. Con l’aiuto di Alfio Lovisa abbiamo recuperato parte dei vecchi ceppi di verduzzo dorato e prosecco e abbiamo sostituito le piante morte con barbatelle di dorona, bianchetta e malvasia. La vendemmia 2014 ci ha permesso di fare una prima botte di Turgide Vignole al vento.

Vignole

Sant'Elena

Nel 2020 è iniziata una nuova avventura. In collaborazione con l’associazione Chiostro Sant’Elena abbiamo cominciato a coltivare l’antico vigneto annesso al vecchio convento e alla bellissima chiesa dedicata a Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino il cui corpo, secondo la tradizione, giunse a Venezia da Costantinopoli nel 1211.
La vigna si affaccia su quel tratto della laguna che segna il confine tra la parte Sud e quella Nord, di fronte all’isola della Certosa. Essendo aperta verso la laguna, risulta ben areata nonostante sia murata.

Con le uve rosse di cabernet e di altri vitigni, la cui natura è in corso di accertamento, maturate in questo affascinante contesto, produciamo il Sant’E’ – rosso di S. Elena, vino gradevole e ben equilibrato. Le uve bianche presenti nel vigneto sono invece da tavola e vengono consumate dai parrocchiani.

Sant'Elena

Giudecca

La vigna, di circa 3000 mq, è situata in un terreno di proprietà dell’I.P.A.V. (Istituzioni pubbliche di Assistenza Veneziane, ex I.R.E.) protetto da un vincolo ambientale che ne garantisce la destinazione agricola. Si trova nella parte orientale dell’isola della Giudecca, dietro la Chiesa di Santa Maria della Presentazione edificata nel 1581, meglio conosciuta come Chiesa delle Zitelle, facendo parte di un complesso ecclesiastico realizzato dai gesuiti per assistere le ragazze povere in età da marito.
Si tratta di una classica vigna murata veneziana, circondata da alti muri ed edifici.

Essa ha le caratteristiche di un vecchio vigneto su pali di legno di castagno, diviso in due campi diversi e contigui, attraversati da un camminamento, in cui sono piantati diversi vitigni a bacca nera quali il Lambrusco Marani, Carmener, Merlot, Cabernet Frank e pochi vitigni di Malvasia bianca da tavola.
In questa vigna, curata con protocolli bio, con l’uva a bacca nera si produce in maniera del tutto naturale un vino rosso denominato “Rosso Gneca – Le Zitelle fertili”, dove Gneca è il nome usato dai residenti per denominare l’isola.

Il vigneto presenta molteplici particolarità storico-ambientali in quanto in questa aerea già dal Cinquecento, come documentato nella dettagliata mappa di Venezia di Jacopo de Barbari, era piantumato un vigneto. Area che dista in linea d’aria 1 km da Piazza San Marco e 500 metri dall’isola di San Giorgio, i cui campanili si scorgono dalla vigna alzando lo sguardo al cielo.

Il vigneto è curato dall’Associazione dal 2010.

Giudecca

Vigne in cui si è già operato

Malamocco

La “vigna del Lido” si trova tra Malamocco e gli Alberoni, all’interno di un’area agricola coltivata a orto. È prospiciente alla laguna, ma vicina anche al mare essendo situata nella parte più “stretta” dell’isola. È stata piantumata a metà anni Settanta.
Versava in stato di totale abbandono quando, nell’estate 2015, è stata affidata all’Associazione Laguna nel bicchiere che ha provveduto a liberarla da rovi ed erbacce. È costituita da sette filari di circa 20 m. ciascuno: quattro di uva bianca (trebbiano luviana), tre di rossa (merlot). Le piante sono molto produttive, ma alcune, ormai vecchie, devono essere sostituite per cui pensavamo di inserire talee di dorona, mentre per il rosso avevamo deciso di mantenere il vitigno di solo merlot.
Nel 2016 l’uva bianca è stata mescolata con parte di quella di S. Michele per ottenere il S. Michele in moeca; dal 2017, invece, abbiamo prodotto il Luviana liberata (liberata dalle sterpaglie di cui abbiamo detto), vino caldo, di colore giallo intenso e molto aromatico.
Nel 2018 e nel 2020 abbiamo prodotto anche il rosso Merlocco – merlot di Malamocco. Affinato in parte in anfora, il 2018 è vino maturo, con tannino fine, medio corpo, buona persistenza, alcool 12,5°, molto gradevole (in precedenza, l’uva rossa confluiva nel Rosso Gnèca).
Purtroppo, la vigna non ci è più stata concessa dopo la vendemmia del 2020, che quindi risulta l’ultimo anno di produzione.
Malamocco